Matera è un esempio concreto in Italia e in Europa di come sia realmente possibile vincere le sfide più grandi. Dopo aver acquisito la consapevolezza di avere a disposizione un patrimonio archeologico, storico, antropologico, monumentale, paesaggistico e naturale immenso, oggetto di studio e di ricerca dalla seconda metà dell’Ottocento, la città è riuscita a trasformare tutte le negatività del passato in positività e opportunità di sviluppo turistico ed economico. I Sassi, dichiarati “vergogna nazionale” negli anni Cinquanta per le cattive condizioni igieniche e sanitarie in cui vivevano gli abitanti, additati come uno dei tanti esempi di ‘trogloditismo’, oggi rappresentano per gli studiosi di tutte le università il più fulgido esempio di civiltà e cultura rupestre in armonia con l’ecosistema che non trova confronti culturalmente omogenei nel mondo, poiché non è possibile documentare in altri luoghi la continuità della vita in grotta, come nella Gravina di Matera, dalla Preistoria fino ai nostri giorni. Matera è stata tra le primissime città italiane e la prima del Sud Italia a essere inserita dall’Unesco nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità.
Una città sconosciuta in Italia e all’estero che ha vinto il Primo Premio Europeo di Pianificazione Urbana e Regionale, negli ultimi anni è diventata una vera città d’arte tra le principali mete turistiche del Sud Italia frequentate da molti stranieri, e oggi nominata Capitale Europea della Cultura per il 2019, grazie alla professionalità del direttore del comitato, il torinese Paolo Verri, allievo di Beniamino Placido ed esperto nella gestione di eventi culturali, e del direttore artistico anglo-umbro Joseph Grima, impegnati con gli altri componenti della Fondazione Matera2019, nella creazione dell’Open Design school, un laboratorio in grado di esportare in Europa e nel mondo un nuovo modello di cittadinanza culturale e di scuola orizzontale, fatta direttamente dagli alunni, e dell’Istituto demoetnoantropologico, un Museo che potrebbe essere intitolato all’antropologo napoletano Ernesto De Martino. Una città che sta cambiando il suo volto con le idee dei suoi cittadini che hanno fortemente voluto che l’Amministrazione Comunale candidasse la città a Capitale Europea della Cultura del 2019.
Per vincere le sfide del futuro la città vuole completare il restauro dei Sassi e aumentare il numero dei residenti negli antichi rioni, essere il luogo ideale per produrre cultura, innovazione e buone pratiche con l’utilizzo della tecnologia, consolidare il ruolo del Mezzogiorno nello scenario socio economico e culturale italiano quale area innovatrice del Paese, attirare nuovi investimenti pubblici e privati, consolidare se stessa quale città d’arte e destinazione turistica ricercata dagli stranieri, fiore all’occhiello dell’offerta turistica italiana ed europea.